Quando viviamo un evento che percepiamo traumatico o altamente stressante, il nostro cervello attiva il sistema di elaborazione delle informazioni per integrare l’esperienza negativa e giungere ad una risoluzione adattiva. Pensiamo a quello che ci è successo, lo sogniamo, ne parliamo finchè non arriviamo ad integrarlo. Questo sistema, come altri del nostro corpo, è fisiologicamente volto al riequilibrio, alla salute e alla guarigione.
In alcune circostanze però l’accaduto è così fortemente disturbante da sconvolgere e bloccare questo sistema di auto guarigione. L’esperienza traumatica viene immagazzinata in maniera disfunzionale, rimane bloccata, racchiusa nel sistema nervoso, insieme alle immagini, ai suoni, ai pensieri, alle emozioni, alle sensazioni fisiche presenti in quel momento, pronta a riattivarsi ogniqualvolta qualcosa la ricordi. Pensieri intrusivi, incubi, somatizzazioni, emozioni negative intense possono procurare grande sofferenza e perdurare a lungo. Il passato non risolto può influenzare pesantemente il presente.
In questi casi le informazioni riguardanti l’evento (immagini, emozioni, sensazioni, pensieri) restano immagazzinate così come sono state vissute, congelate in modo disfunzionale e traumatico, senza ulteriore possibilità di elaborazione. Il materiale traumatico risulta irraggiungibile, immodificabile a livello emotivo profondo anche da successive considerazioni logiche, razionali e terapeutiche.
L’EMDR sblocca il sistema nervoso attraverso la stimolazione bilaterale del cervello con i movimenti oculari che fanno dialogare emisfero destro ed emisfero sinistro, avviando un flusso di libere associazioni che riattiva, in modo accelerato, il sistema di elaborazione delle informazioni che riguardano la situazione traumatica. Una volta rimosso il blocco, “ l’autoguarigione psicologica” riprende naturalmente, le reti neurali entrano in contatto tra loro e il materiale disturbante relativo al trauma in forma di immagini, emozioni, sensazioni fisiche e pensieri negativi può essere elaborato, rivisitato e riletto alla luce di altre informazioni, esperienze e convinzioni, così che il ricordo appare lontano e non più disturbante.
Dopo un primo colloquio di conoscenza inizia una fase di assessment, che svolgo seguendo il modello cognitivista. Ovvero una fase di approfondita indagine e auto-osservazione insieme al paziente per raccogliere le informazioni più significative della sua storia personale dalla nascita ad oggi. In questa prima fase l'obiettivo è quello di comprendere il senso e la funzione del sintomo, che di solito è relazionale, integrata ad una ricerca di quali ricordidi di eventi non elaborati del passato hanno dato origine al problema attuale.
Si passa poi ad una seconda fase di preparazione all'EMDR che consiste in tecniche di rilassamento, psicoeducazione, tecniche per il rafforzamento di risorse positive e strategie di coping.
Infine si procede all'elaborazione dei ricordi traumatici con EMDR.
L’obiettivo è quello di una ristrutturazione emotiva, affettiva, cognitiva dei ricordi e delle convinzioni personali, un miglioramento della capacità adattiva, un rafforzamento del sé con aumento dell’autostima e dell’autoefficacia, con l’apprendimento di nuove modalità relazionali.